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lunedì 20 maggio 2024

Georges Simenon - Rue Pigalle e altri racconti - 4 EP - Il Signor Lunedi - VOCE NATURALE


Maigret rimase immobile per un po’ dinanzi al cancello nero che lo separava dal giardino, e sulla cui targa smaltata appariva il numero 47 bis. Erano le cinque di sera ed era buio pesto. Alle sue spalle scorreva quel ramo uggioso della Senna in cui si allunga l’isola deserta di Puteaux, con i suoi terreni incolti, i boschi cedui e gli alti pioppi.

Davanti a lui, invece, al di là del cancello, c’era una palazzina moderna di Neuilly, e tutto il quartiere del Bois de Boulogne, con la sua eleganza, la sua agiatezza e, in quel periodo dell’anno, il suo tappeto di foglie autunnali.

Il 47 bis si trovava all’angolo fra boulevard de la Seine e rue Maxime-Baès. Al primo piano si vedevano alcune finestre illuminate, e Maigret, che se ne stava curvo sotto la pioggia, si decise infine a premere il campanello. È sempre imbarazzante turbare la quiete di una casa, soprattutto una sera d’inverno quando, piena di un intimo tepore, è freddolosamente raccolta su se stessa, e a maggior ragione quando l’intruso

viene dal Quai des Orfèvres, con le tasche gonfie di orribili documenti.

Al pianterreno si accese una luce, si aprì una porta e un domestico, prima di attraversare il giardino, cercò di distinguere il visitatore.

«Per che cos’è?» chiese senza aprire il cancello.

«Il dottor Barion è in casa, per favore?...».

L’atrio era elegante e, istintivamente, Maigret si cacciò la pipa in fondo alla tasca.

«Chi devo annunciare?».

«Lei dev’essere Martin Vignolet, l’autista» rispose il commissario, con gran sorpresa del suo interlocutore.

Intanto infilava il suo biglietto da visita in una busta e la richiudeva. Vignolet, un uomo tra i quarantacinque e i cinquant’anni, ossuto, con i capelli ispidi, e dalle evidenti origini contadine, salì al primo piano, tornò pochi istanti dopo e chiese a Maigret di seguirlo. I due passarono accanto a una carrozzina.

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