Maigret e il Signor Charles
Maigret giocava nel raggio di sole tiepido di marzo. Non giocava con i cubi, come quando era bambino, ma con due pipe.
Ce n’erano sempre cinque o sei sul suo tavolo e ogni volta che ne riempiva una la sceglieva con cura secondo il suo umore. Lo sguardo era vago, le spalle tozze. Aveva appena preso un’importante decisione, circa la sua carriera. Non rimpiangeva nulla, ma sentiva una certa malinconia.
Macchinalmente, con la più grande serietà, sistemava le pipe sulla carta assorbente in modo da tracciare delle figure più o meno geometriche, o simili a qualche animale. Sul tavolo, alla sua destra, stava ammucchiata la posta del mattino ancora inevasa.
Arrivando alla Polizia Giudiziaria, un po’ prima delle nove, aveva trovato una convocazione del questore, il che accadeva raramente, e vi si recò chiedendosi che cosa desiderasse.
Il questore l’aveva ricevuto subito, cordiale e sorridente.
«Non indovina perché ho voluto vederla?»
«Le confesso di no.»
«Si sieda. Accenda la sua pipa.»
Il questore era giovane, sulla quarantina, e proveniva dalle scuole superiori. Era elegante, forse un po’ troppo.
«Lei non ignora che il direttore della Polizia Giudiziaria va in pensione il mese prossimo dopo essere rimasto dodici anni al suo posto... Ho discusso ieri della sua successione col ministro dell’interno e siamo d’accordo nell’offrirle questa nuova responsabilità...»
Il questore si aspettava certamente un’espressione di gioia sul viso del suo interlocutore.
Maigret, al contrario, era diventato cupo.
«É un ordine?» Aveva domandato quasi borbottando.
«No, naturalmente. Ma deve rendersi conto che è una promozione importante, la più importante che un funzionario della Polizia Giudiziaria possa sperare...»
«Lo so, ma preferirei rimanere a capo della brigata criminale. La prego di non fraintendere la mia risposta. Sono quarantanni che faccio parte della polizia attiva. Sarebbe penoso per me passare le giornate in un ufficio, a studiare pratiche e a occuparmi di questioni più o meno amministrative.» Il questore non nascondeva la sua sorpresa.
«Non crede che dovrebbe riservarsi un po’ di tempo per riflettere e darmi la sua risposta tra qualche giorno? Forse potrebbe consultare la signora Maigret.»
«Mi capirebbe.».....