Riddle: Hint, Call for the dead....

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domenica 9 febbraio 2025

Gli scrupoli di Maigret #audiolibro


Succederà un paio di volte in un anno, al Quai des Orfèvres, e può durare talmente poco che non c’è il tempo di accorgersene: dopo un periodo frenetico durante il quale i casi si susseguono senza tregua, magari tre o quattro tutti insieme – al punto che gli uomini si ammazzano di lavoro e gli ispettori, a forza di notti in bianco, hanno gli occhi rossi e mettono su un’aria stralunata –, all’improvviso calma piatta, il vuoto si direbbe, a stento inframmezzato da rare telefonate senza importanza.


  Era andata così il giorno prima, un lunedì, giorno più fiacco degli altri, è vero, e alle undici del martedì l’atmosfera era ancora la stessa. Già tanto se, nell’immenso corridoio, si aggiravano come pesci fuor d’acqua due o tre informatori dall’aspetto malmesso che venivano a fare la loro soffiata. Nell’ufficio degli ispettori erano tutti alle loro scrivanie, tranne quelli con l’influenza.


  Mentre di solito, per le urgenze, Maigret era a corto di effettivi e doveva fare i salti mortali per trovare abbastanza uomini da assegnare a un caso, quel giorno avrebbe potuto disporre della sua squadra quasi al completo.


  Ma si respirava la stessa aria un po’ dappertutto, a Parigi. Era il 10 gennaio. Passate le feste, la gente viveva al minimo e smaltiva vaghi postumi di sbronza, con la prospettiva a breve dell’affitto e delle tasse da pagare.


  Il cielo, intonato agli spiriti e agli umori, era di un grigio neutro, più o meno lo stesso del selciato. Faceva freddo, ma l’atmosfera non era abbastanza pittoresca perché ne parlassero i giornali. Era un freddo fastidioso e basta, di cui ci si accorgeva solo dopo aver camminato in strada per un po’.


  Negli uffici i caloriferi erano bollenti, il che metteva ancora più in risalto la pesantezza dell’aria, e ogni tanto si udivano dei gorgoglii nei tubi, rumori misteriosi provenienti dal locale caldaie.


  Come scolari in classe dopo un esame, tutti erano intenti a sbrigare quei lavoretti ingrati che si preferisce di solito rinviare, e scoprivano nei cassetti incartamenti polverosi, statistiche da aggiornare e altri tediosi compiti amministrativi.


  La bella gente di cui parlano i rotocalchi era quasi tutta in Costa Azzurra o nelle stazioni di sport invernali.


  Se Maigret avesse avuto ancora la sua stufa a carbone, quella che gli avevano permesso di tenere a lungo anche dopo l’installazione del riscaldamento centrale, ma che alla fine era stata tolta, avrebbe potuto di tanto in tanto fare una pausa per ricaricarla e attizzarla, lasciando cadere una pioggia di faville infuocate.


  Non era di cattivo umore, ma nemmeno proprio in forma, e per un attimo, sull’autobus che lo portava al Quai da boulevard Richard-Lenoir, si era chiesto se non stesse covando l’influenza.


domenica 2 febbraio 2025

Maigret e il signor charles + Maigret Lognon e i Gangster + Due giorni p...


Maigret e il Signor Charles

Maigret giocava nel raggio di sole tiepido di marzo. Non giocava con i cubi, come quando era bambino, ma con due pipe.
Ce n’erano sempre cinque o sei sul suo tavolo e ogni volta che ne riempiva una la sceglieva con cura secondo il suo umore. Lo sguardo era vago, le spalle tozze. Aveva appena preso un’importante decisione, circa la sua carriera. Non rimpiangeva nulla, ma sentiva una certa malinconia.
Macchinalmente, con la più grande serietà, sistemava le pipe sulla carta assorbente in modo da tracciare delle figure più o meno geometriche, o simili a qualche animale. Sul tavolo, alla sua destra, stava ammucchiata la posta del mattino ancora inevasa.
Arrivando alla Polizia Giudiziaria, un po’ prima delle nove, aveva trovato una convocazione del questore, il che accadeva raramente, e vi si recò chiedendosi che cosa desiderasse.
Il questore l’aveva ricevuto subito, cordiale e sorridente.
«Non indovina perché ho voluto vederla?»
«Le confesso di no.»
«Si sieda. Accenda la sua pipa.»
Il questore era giovane, sulla quarantina, e proveniva dalle scuole superiori. Era elegante, forse un po’ troppo.
«Lei non ignora che il direttore della Polizia Giudiziaria va in pensione il mese prossimo dopo essere rimasto dodici anni al suo posto... Ho discusso ieri della sua successione col ministro dell’interno e siamo d’accordo nell’offrirle questa nuova responsabilità...»
Il questore si aspettava certamente un’espressione di gioia sul viso del suo interlocutore.
Maigret, al contrario, era diventato cupo.
«É un ordine?» Aveva domandato quasi borbottando.
«No, naturalmente. Ma deve rendersi conto che è una promozione importante, la più importante che un funzionario della Polizia Giudiziaria possa sperare...»
«Lo so, ma preferirei rimanere a capo della brigata criminale. La prego di non fraintendere la mia risposta. Sono quarantanni che faccio parte della polizia attiva. Sarebbe penoso per me passare le giornate in un ufficio, a studiare pratiche e a occuparmi di questioni più o meno amministrative.» Il questore non nascondeva la sua sorpresa.
«Non crede che dovrebbe riservarsi un po’ di tempo per riflettere e darmi la sua risposta tra qualche giorno? Forse potrebbe consultare la signora Maigret.»
«Mi capirebbe.».....

Due giorni per Maigret - Libro composto da quattro racconti.

Libro composto da quattro racconti...! Due giorni per Maigret, Stan l'Assassino, Tempesta sulla Manica e L'amico della signora Berth...

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